I cittadini ascolani tremano. E stavolta non tremano per il terremoto e le sue scosse, ma per tutto quello che sta succedendo nella fase della ripresa, della ricostruzione. Quella che inizialmente era stata da noi preannunciata come una possibile beffa alla luce di una scadenza, quella del 31 luglio, quasi utopistica per Ascoli, ora si sta lentamente trasformando in un’autentica farsa. Perché il punto è che anche calcolatrice alla mano, facendo una divisione dei giorni rimanenti da qui all’ultimo giorno utile, l’impresa appare impossibile.
Facendo semplicemente i conti del tempo a disposizione per le verifiche, calendario alla mano, restano complessivamente 114 giorni. In questo lasso di tempo occorre effettuare, secondo i dati ufficializzati dall’Arengo, ancora 5500 sopralluoghi che in pratica potrebbero essere anche raddoppiati tra scheda Fast e scheda Aedes. Ma pur nella più ottimistica delle ipotesi, ovvero con un solo passaggio per ciascuna delle richieste, occorrerebbe effettuare più di 48 sopralluoghi al giorno fino al 31 luglio stesso. Considerando anche che, chiaramente, si dovrebbe comunque concedere qualche giorno agli ultimi proprietari in possesso di scheda Aedes per preparare la documentazione. E quindi ecco che la media si alza oltre i 50 sopralluoghi al giorno (che in pratica sarebbero molte di più considerando prima le schede Fast e poi quelle Aedes). Senza trascurare le possibili complicazioni relative ad eventuali contestazioni e controperizie tecniche presentate da parte di proprietari di immobili per richiedere un nuovo sopralluogo. Un’impresa impossibile, pure se dovesse arrivare in città tutta la Protezione civile in blocco.
Ed ecco allora che ora conta più che mai la concretezza, aldilà della fitta corrispondenza mediatica tra il Comune e la Regione, con colpevoli ritardi comunque innegabili riguardo una partenza molto lenta ed impacciata, su Ascoli, forse per una sottovalutazione complessiva della situazione. Quello che conta, a questo punto, è trovare una soluzione utile ed efficace per non lasciare a piedi gli ascolani con edifici inagibili che da mesi continuano a viverci dentro senza saperlo e che rischiano di non poter sistemare la propria abitazione perché fuori tempo massimo per ottenere i contributi. E questa soluzione, alla luce dei fatti, resta unicamente quella della proroga del termine del 31 luglio fino al completamento dei sopralluoghi. Solo una proroga, infatti, potrà impedire l’ennesima, amara, beffa a danno di qualche migliaio di ascolani. Quel termine perentorio del prossimo 31 luglio per poter richiedere i contributi per la messa in sicurezza degli edifici inagibili (anche temporaneamente), fissato dal decreto legge governativo, infatti, se non modificato rappresenta un ostacolo insormontabile per tutte quelle famiglie ascolane che attendono sopralluoghi nelle rispettive abitazioni. Nello specifico, il decreto legge in vigore dal 10 febbraio, all’articolo stabilisce che “entro sessanta giorni dalla data di comunicazione dell’avvio dei lavori e comunque non oltre la data del 31 luglio 2017, gli interessati devono presentare agli uffici speciali della ricostruzione la documentazione richiesta secondo le modalità stabilite nelle ordinanze commissariali di disciplina dei contributi”. “E’ bene tenere presente – si sottolinea nel testo del decreto – che il mancato rispetto del termine e delle modalità indicati determinano l’inammissibilità della domanda di contributo”. Una frase che non ha bisogno di interpretazioni.
Aldilà dei botta e risposta tra Castelli e Spuri, tra il Comune e la Regione su quello che purtroppo è stato fatto finora in maniera inadeguata, a questo punto occorre mettere in primo piano le famiglie ascolane in attesa… di giudizio, ovvero di sopralluogo. E questo percorso può essere fatto attraverso un richiesta di proroga congiunta, di Comune e Regione, in modo da avere la forza necessaria per ottenere il risultato finale. Ascoli, in questo momento, ha bisogno di avere una risposta certa a questo quesito: c’è una reale volontà di supportare economicamente tutte le famiglie danneggiate dal terremoto oppure no?