Andrea Favilli: “Andremo al “Francioni” per fare la gara e mettere un altro bel mattone sul discorso salvezza”

Gli hanno raccontato che la prima parola che ha pronunciato da piccolo non è stata “mamma” o “papà”, ma…“gol”, cosa strana in una famiglia in cui la passione per le auto, l’automobilismo e i motori la fa da padrona fra il nonno, meccanico del rally di Francia e  papà Maurizio, che da giovane correva in moto e ora fa il meccanico: “Per la verità mio nonno ha “introdotto” il calcio in casa perché da piccolo mi portava sempre allo stadio a vedere il Pisa di Anconetani e quindi diventare calciatore è sempre stato il mio sogno fin da bambino” – racconta Andrea Favilli, uno dei gioiellini di casa Ascoli – “Ricordo da piccolo che calciavo qualunque cosa trovassi per strada, anche i sassi e a Ghezzano, mio paese d’origine, giocavo sempre a pallone coi miei compagni d’infanzia. Mi è sempre piaciuto anche studiare e il diploma Scientifico l’ho preso a Torino perché a metà 4^ liceo mi sono trasferito alla Juventus; in futuro sono sicuro che proseguirò gli studi all’Università”. L’attaccante toscano, che nell’ultimo anno è passato dalla Primavera juventina alla Serie B con la maglia dell’Ascoli (8 le reti all’attivo) fino alla convocazione nella Nazionale del CT Ventura, ha le idee chiare sul suo percorso di crescita: “Gli ultimi anni sono stati per me un crescendo e, anche quando ho attraversato dei momenti non brillanti, sono sempre stato sicuro dei miei mezzi. A Livorno mi dicevano che non ero pronto per la B e che mi avrebbe fatto bene un altro anno in Lega Pro, ma sentivo che avrei potuto giocarmela e una piccola rivincita ora me la sono presa. La Serie A? E’ un salto grande e quindi andrebbero messi in conto momenti di difficoltà, tempo per abituarsi ai ritmi, alle giocate, ai compagni e poi devi anche trovare la piazza giusta per un giovane”. Una piazza come quella di Ascoli, che lo apprezza moltissimo per impegno e abnegazione e una tifoseria che martedì nel match con l’Avellino, al momento della sostituzione, gli ha tributato un coro: “E’ stato veramente bello ed emozionante, vuol dire che la gente apprezza quello che sto facendo, cerco di dare sempre l’anima, sono un generoso, in campo e fuori, mi piace aiutare la squadra, soprattutto nei momenti difficili quando devi dare il 130% per ottenere qualcosa. Ascoli è una piazza che esige tanto e che ti fa crescere in maniera molto rapida, è una di quelle piazze in cui se non hai gli attributi non riesci a starci. Pretende molto ma dà anche molto”. L’attualità si chiama Ascoli e, più precisamente Latina-Ascoli: “Si tratta di un altro scontro salvezza che può decidere il nostro campionato, sarà importante replicare la gara con l’Avellino; è una partita determinante sia per il Latina, a cui il pareggio non servirebbe a nulla, sia per noi, che andremo al “Francioni” per fare la gara e mettere un altro bel mattone sul discorso salvezza. Vincere aiuta a vincere e siamo compatti nel raggiungimento dell’obiettivo, squadra, Mister, Società: dopo Salerno abbiamo fatto un patto salvezza dopo un confronto che è servito a tutti e che ha migliorato ulteriormente i rapporti. Se domani giocheremo come nell’ultimo mese, possiamo portare punti a casa”. Nonostante la giovane età – compirà vent’anni il prossimo 17 maggio – Favilli ha legato molto con uno dei veterani del gruppo e suo compagno di reparto, Daniele Cacia: “Non mi aspettavo che avrei avuto un così bel rapporto con lui, ci troviamo veramente bene insieme, è una persona eccezionale; come giocatori siamo abbastanza diversi, lui ha un dono che pochi hanno, quella freddezza e lucidità che non a caso gli faranno conquistare il titolo di recordman della B per gol segnati. Stare con lui mi aiuta a crescere, penso che un giovane debba ascoltare i consigli dei più grandi come Giorgi, Cacia, Mengoni e del Mister. Se mi danno consigli è per farmi migliorare e quindi cerco di assorbire e recepire subito”.

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