E’ stato il sindaco Castelli quando, nel corso della trasmissione “FuoriRoma” di Rai 3, parlando dei giovani ascolani, a sottolineare che “il nostro centro di sera vive fin troppo, perché i ragazzi a volte bevono troppo…”. Un messaggio chiaro per segnalare che purtroppo tanti giovani ascolani abusano di alcolici. Un segnale, quello lanciato dal primo cittadino, che rimarca un fenomeno che cresce a vista d’occhio. Così come prende corpo ed evidenza la difficoltà di arginarlo, anche attraverso le sanzioni ad alcuni gestori di locali e bar che non rispettano le regole somministrando alcolici anche ai minori sotto i 16 anni. Il tutto, come detto, con il fenomeno che lievita, quasi a livello di tendenza giovanile, a fronte anche del muro che viene sistematicamente eretto da chi trasgredisce, impedendo a chi è deputato a controllare di poter arrivare ad elevare multe, tra l’utilizzo e la complicità di maggiorenni che ci mettono la faccia anche per i minori che bevono e anche grazie ad un caos normativo a livello nazionale e a diversi provvedimenti del passato, tra cui anche un’ordinanza comunale del 2009, che non sono riusciti e non riescono ad arginare questi comportamenti.
Ormai da diversi anni, addirittura dal 2009 – parallelamente ad una ordinanza del sindaco – si sono avviati controlli nei locali proprio per cercare di scoraggiare il fenomeno della vendita e somministrazione di alcolici ai minorenni e, in particolare, ai minori di 16 anni. Controlli che, però, non hanno mai portato a sanzioni proprio per la difficoltà di riuscire a cogliere sul fatto i trasgressori, ovvero sia i titolari dei pubblici esercizi che gli stessi ragazzini. Le verifiche, da parte della polizia municipale, risultano difficili sia perché molto spesso ci si ritrova a chiedere i documenti a ragazzini che dicono di avere 18 anni ma non avendo dietro i documenti, sia per il fatto che il gestore sostiene di aver venduto il “cicchetto” di turno ad un maggiorenne presente nel locale anziché al minore che, magari, lo ha realmente bevuto. Insomma, resta difficile incastrare chi non rispetta la legge. E questo contribuisce all’incremento di un fenomeno che, senza rischio di sanzioni, diventa inattaccabile (occorrerebbe cogliere il minore mentre sta bevendo). Praticamente impossibile. A dimostrazione dell’abuso di alcolici basta provare a passeggiare all’alba, prima dell’arrivo dei mezzi dell’Ascoli servizi comunali, in alcune zone del centro dove i giovani si ritrovano per bere: soprattutto nel week end si può ammirare – come verificato anche dai vigili urbani – una distesa di bottiglie vuote gettate a terra. E, altra abitudine, consolidata, è quella di molti ragazzini che bevono alcolici addirittura in mattinata prima dell’ingresso a scuola. Ragazzine incluse…
Anche dal punto di vista normativo, c’è stata sempre un po’ di confusione, considerando che oggi nel caso di somministrazione di bevande alcoliche a minori degli anni 18, ma maggiori degli anni 16, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1000 euro, mentre con la vendita sotto i 16 anni si entra nel discorso penale. L’Arengo, come detto, aveva disposto un’ordinanza nel 2009, poi prorogata anche al 2010, con la quale erano stati attivati controlli dalle 18 alle 22 in negozi di generi alimentari e di vendita alcolici, supermercati e bar della città (in totale oltre 650 punti di riferimento) per capire se e come si applicasse la stessa ordinanza del sindaco che vietava la vendita di alcolici, nella fascia dalle 22 alle 6, anche a chi avesse più di 16 anni ma meno di 18.